Un poeta come papa?
È la possibilità che si cela dietro il cardinale Jose Tolentino de Mendonça, tra i nostri papabili preferiti
Ormai mancano poco meno di due giorni all’inizio del Conclave e prosegue il nostro approfondimento sui cardinali papabili, o su quelli che preferiamo.
Ieri abbiamo riportato la biografia di Zuppi come degno successore di Karl Marx, oggi passiamo a Jose Tolentino de Mendonça che nonostante condivida il suo luogo natale con Cristiano Ronaldo, non è affatto coatto. Al contrario, il suo carisma è un misto di poetico e artistico, un vero portavoce della cultura nella Santa Sede.
Iniziamo
Il romantico Jose
Jose Tolentino de Mendonça è senza dubbio il Leonard Cohen del Conclave. Vi è mai capitato di ascoltare un brano di Cohen e di rimanere stregati, accattivati, un po’ confusi ma inspiegabilmente alleggeriti? Ciò che li accomuna è indubbiamente un animo buono, una ricchezza di riferimenti allegorici e culturali, e una palpabile curiosità nei confronti della cultura, della spiritualità e dell’esperienza umana nella sua più brillante complicatezza. Un vero campione di noi anime sensibili che da adolescenti passavamo troppo tempo su Tumblr.
Il nome di Tolentino ha iniziato a circolare in questi giorni sulle testate giornalistiche italiane, ma il Cardinale 59enne non è affatto nuovo per coloro che in questi anni hanno seguito le vicende del Vaticano, specie quelle riguardanti i temi della scolarizzazione e dell’istruzione. Nato nel 1965 a Madeira (sì, la stessa Madeira di Cristiano Ronaldo), passa parte della sua infanzia in Angola per via del lavoro di pescatore del padre. In quegli anni infatti, il dittatore Salazar promuoveva campagne di rilocalizzazione su larga scala delle famiglie portoghesi in quelle che erano, allora, le colonie. L’Angola in particolare sarebbe rimasta tale fino al 1975. In questo contesto, Tolentino sviluppa una connessione molto forte con il continente Africano, che rimarrà un pilastro del suo lavoro e della sua missione.
Torna in Portogallo per frequentare l’Università Cattolica a Lisbona, laureandosi in Teologia nel 1989. Invece di godersi un bel viaggio di laurea zaino in spalla nel Sud Est asiatico, decide di conseguire gli studi per essere ordinato sacerdote nel luglio dell’anno seguente e di iscriversi contemporaneamente al Pontificio Istituto Biblico (a Roma), che è praticamente la scuola superiore per quelli che hanno veramente letto la Bibbia, non soltanto i passetti del catechismo e delle messe. Tolentino scrive la sua tesi di dottorato su un passo in particolare del Vangelo di Luca, dove Gesù visita una “peccatrice”.
Non è specificato che peccato esattamente avesse commesso questa donna: la peccatrice si trova a casa di Simone, un fariseo, e accoglie l’ospite Gesù lavandogli i piedi con le sue lacrime e asciugandoli con i suoi capelli. Simone la sminuisce mentre Gesù comprende la devozione della peccatrice e per questo la “perdona”.
Già dalla scelta del tema possiamo trarre alcune conclusioni sul posizionamento di Tolentino rispetto ai temi sociali e al ruolo della Chiesa nella vita degli “ultimi”. I lebbrosi, le prostitute, gli zoppi e via discorrendo sono tutti i personaggi del Vangelo attraverso cui si articola l’amore “radicale” di Gesù, che smantella le concezioni di giusto o sbagliato e premia coloro che hanno il cuore buono e devoto, a prescindere dal loro posizionamento sociale.

Questo è un aspetto affascinante se lo compariamo alla Chiesa odierna e al pontificato di Francesco: un allontanamento dai dogmi e dalla sontuosità e un centramento degli “ultimi” dei nostri giorni, che fossero migranti, carcerati o prostitute. Possiamo presumere quindi che Tolentino abbia un approccio molto simile, ma il suo appeal non si ferma certo alle sue intenzioni.
Infatti, Josè ha saputo farsi carico di comitati di promozione per la pace nel continente africano, accettando, negli anni, anche ruoli in Portogallo, in Brasile e negli Stati Uniti. Un animo sensibile che ha visto con i propri occhi quelle che Papa Francesco chiamava “le periferie del mondo”. Specializzato nel rapporto tra teologia e letteratura, è stato in giovane età anche testimone dei processi di liberazione e di decolonizzazione, aspetto che lo rende sensibile e preparato per una chiesa che ormai vede il proprio baricentro spostarsi sempre più lontano dal fasto e dal “vecchio continente”. Diciamo che il suo interesse per la decolonizzazione lo identifica chiaramente non come uno di quei uomini di Chiesa paternalistici e vecchio stampo, ma brillantemente al centro dei processi di cambiamento e che riconosce l’importanza della cosiddetta agency nei popoli post-coloniali.
Se cercate il nome Tolentino su Google però, prima di ogni altra cosa, verrete invasi da video dei suoi interventi dove, con il tono di Barbero e la leggerezza di una farfalla, tratta temi come la morte, la fede, l’abbondanza e l’amore in modo chiaro, semplice ed estremamente simpatico. Tolentino è anche colui che, nel 2024, (dopo essere stato nominato dopo pochissimi anni Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa e Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e infine Cardinale), organizzò il celebre incontro tra il Papa e circa cento attori comici provenienti da tutto il mondo. La sua passione per la cultura contemporanea e per la letteratura spiccano e starlo a sentire è un vero piacere.

Appassionato anche del rapporto tra Chiesa e non-fedeli, ha le carte per piacere proprio a tutti-tutti. «Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori alla conversione», ricorda Gesù. E io, da uno come Tolentin, mi farei convertire.
Conclavese per principianti
Bentornati fedelissimi studenti. Oggi proseguiamo con la nostra serie di lezioni per arrivare pronti al conclave.
Quorum: Il numero minimo di voti necessari per eleggere un Papa: i due terzi dei votanti. Non basta quindi una maggioranza semplice. Questo per evitare che si elegga un Papa per sbaglio, come alle primarie del PD.
Stanza delle lacrime: Stanzina accanto alla Cappella Sistina dove il neo-Papa si ritira per metabolizzare quanto appena successo e vestirsi da Pontefice. Il nome ufficiale è Sala del Pianto, anche se nessuno è mai stato beccato singhiozzare sul serio, credo. Al suo interno: tre taglie di tonaca pronte per tutte le misure. Tipo camerino di Zara, ma con più Spirito Santo (si spera).
Domus Sanctae Marthae: La residenza dove i cardinali alloggiano durante il Conclave. È un albergo vaticano costruito nel 1996: camere dignitose, wifi assente, minibar (a quanto pare) NON gratuito. Il villaggio vacanze più sobrio della cristianità.
Anello del Pescatore: L’anello ufficiale del Papa, simbolo del suo potere spirituale come successore di San Pietro. Viene distrutto alla morte del Papa per evitare falsi documenti firmati post-mortem, tipo le giustificazioni di assenza alle superiori. Ho cercato già, vi risparmio la fatica: non disponibile su Etsy.
Papabile: Un cardinale considerato tra i favoriti all’elezione papale. Ma tanto più si è papabili, meno probabilità si hanno di essere eletti. Si dice: «Chi entra Papa, esce cardinale».
Sinodo: Assemblea dei vescovi (e, recentemente, anche di laici e donne) per discutere tematiche dottrinali e pastorali. È un po’ come un’assemblea condominiale universale: lunga, faticosa, con molti pareri discordanti, ma fondamentale per decidere dove sta andando la Chiesa. Il Sinodo sulla sinodalità del 2024 è stato il meta-evento ecclesiastico: un’assemblea su come fare le assemblee.
Dottrina: L’insieme degli insegnamenti ufficiali della Chiesa cattolica. La versione tradizionale è: non si cambia nulla. La versione moderna è: si interpreta alla luce dei tempi (senza toccare il core business della salvezza, ovviamente). Ogni candidato Papa ha la sua sfumatura di dottrina, dal “immutabile” al “aggiornabile con prudenza”.
Grazie per aver letto il primo numero di Gonne! Un po’ speriamo di rimanere insieme quanto più possibile, un po’ speriamo di scoprire il prossimo Papa molto presto.
Nell’attesa, ci sentiamo domani sera:
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