Sembrava non arrivasse mai, ma finalmente il conclave ha espresso la prima fumata. Nella giornata di oggi, seguendo una serie di riti e tradizioni, i cardinali si sono riuniti in preghiera e poi nella Cappella Sistina: hanno prestato giuramento e hanno votato secondo indicazione dello Spirito Santo.
Noi comunque non abbiamo ancora capito come fa questo spirito Santo a comunicare con loro: gli sussurra all’orecchio? utilizza l’alfabeto morse? dice a tutti la stessa cosa? hanno tutti lo stesso Spirito Santo?
Iniziamo
Fumata #1
È nera! E che agonia. Abbiamo osservato un comignolo per circa tre ore, lasciato passare tutti i volatili di Roma e sentito le più inutili considerazioni dei giornalisti. Ma ce l’abbiamo fatta.
La giornata di oggi è servita soprattutto a iniziare i lavori, far conoscere ai cardinali le preferenze dei propri colleghi e farsi due conti, per comprendere dove indirizzare la propria votazione nei prossimi giorni.
Da domani vedremo due fumate, una verso le 12 e una verso le 19. L’ultima precederà di un’oretta questa newsletter che, comunque vada, vi arriverà alle 20:00.
Cosa è successo oggi
La prima giornata di conclave è stata molto rituale e poco sorprendente: rivediamo i passaggi più salienti di una serie di noiosissimi riti.
La mattinata è iniziata con la messa Pro esigendo Pontefice, a San Pietro. I cardinali, elettori e non, si sono riuniti per celebrare l’ultima volta insieme, in assenza di un papa eletto. Il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, ha presieduto la messa, lasciandosi andare ad una serie di considerazioni importanti.
Durante la sua omelia ha ricordato ai cardinali: “Siamo qui per invocare l’aiuto dello Spirito Santo, per implorare la sua luce e la sua forza perché sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile, complesso e tormentato”. Nel caso in cui qualcuno pensasse di essere ad un torneo di bocce internazionale.
La messa è stata partecipata da oltre 5mila fedeli, attraverso i maxi schermi di piazza San Pietro e parzialmente all’interno della basilica. Tutti loro, e anche chi seguiva da casa, hanno potuto assistere al primo fatto insolito della giornata:
Durante il gesto della pace il cardinale Re ha fatto gli auguri al cardinale Parolin, tra i favoriti, dicendo: “Auguri, e doppi”. Non è il compleanno di Parolin, ragione per cui molti hanno letto in questa frase un sottinteso augurio per il suo pontificato. Forse, molto più semplicemente di cosi, Re potrebbe aver rinforzato l’augurio a Parolin perché sarà lui a presiedere il conclave e gestirne la riuscita logistica.
Dopo la celebrazione i cardinali hanno pranzato insieme a Casa Santa Marta, hanno pregato nella Cappella Paolina e sono tornati in diretta su diversi canali televisivi e social intorno le 16. Alle 16:30 si sono iniziati a muovere in processione verso la Cappella Sistina, arredata e pronta per questi giorni di conclave.


Una volta entrati in processione - chiedendo ai vari Santi di pregare per loro con una modernissima e sopportabilissima litania - i cardinali hanno dovuto esprimere il loro giuramento. Lo accennavamo ieri e le tempistiche non ci hanno smentito: è stata una processione lenta, in cui stavamo agonizzando, salvati solo dall’attesa di veder passare il cardinale Zuppi.

Il giuramento dei cardinali è un pochino come la prima serata di Sanremo. I “cantanti in gara” sfilano uno dopo l’altro sotto lo splendore della cappella Sistina/Teatro Ariston recitando in latino la seguente formula: “Ed io, (nome del cardinale), prometto, mi obbligo e giuro, che Dio mi aiuti e questi Santi Vangeli che tocco con la mia mano”.
Il tutto viene fatto con la mano poggiata sul Vangelo e si verifica così il toto-Cardinale dove i più appassionati possono esclamare “questo lo conosco!” oppure “ma questo non sarà troppo vecchio?”. Si va avanti così finché tutti i Cardinali non hanno compiuto il giuramento, e il Camerlengo non recita la frase “Extra omnes”, che significa letteralmente “fuori tutti”. Questo è il momento in cui tutti i giornalisti, membri dello staff e altri addetti ai lavori escono, si interrompono le dirette televisive e rimangono in sala solo i Cardinali. Avviene dopodiché una breve meditazione e inizia la prima votazione.

Iniziate le procedure di voto Piazza San Pietro si è gradualmente riempita, soprattutto di persone che si sono iniziate a rivolgere con lo sguardo verso il comignolo da cui è stata diffusa la fumata.


Verso le xxx è finalmente finita la procedura di voto e la fumata ha timidamente riempito il cielo sopra Piazza San Pietro. Con la coda tra le gambe, tutti i fedeli presenti in piazza se ne sono andati e i cardinali hanno fatto ritorno a Casa Santa Marta in previsione della nuova votazione di domattina.
E noi?
Sostenitori delle lunghissime dinamiche di questo conclave, non demordiamo. Domani saremo di nuovo nella vostra casella di posta per ricapitolare la giornata, riportare le indiscrezioni e riunirci in preghiera perché questo massacro non ci costringa a replicare il conclave di Viterbo.
A domani!
Grazie per aver letto questo numero di Gonne! Un po’ speriamo di rimanere insieme quanto più possibile, un po’ speriamo di scoprire il prossimo Papa molto presto.
Nell’attesa, ci sentiamo domani sera:
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